Sterlina Inglese, qual’è il suo valore

sterlina-oro-inglese2L’oro è il bene rifugio per eccellenza e tra le forme di investimento più convenienti e sicure ci sono le monete e i lingotti: in particolare le prime rappresentano un settore di notevole interesse, anche dal punto di vista numismatico. Tuttavia è bene tenere a mente che a differenza dei lingotti le monete d’oro hanno un valore diverso a seconda della tipologia alla quale appartengono: ad esempio sono molte apprezzati il marengo, l’american eagle, il kruggerand e ovviamente la sterlina inglese. Il loro valore dipende da due fattori, quello legato alla quantità di oro contenuta nel singolo esemplare (perciò determinato a sua volta dalla quotazione del metallo aureo sulla Borsa di Londra) e al valore storico del pezzo; in ogni caso questa moneta è una delle più apprezzate e richieste in quanto rappresenta uno dei modi migliori per investire nel settore dell’oro.

Nata con il nome di Gold Sovereign e quindi detta comunemente Sovrana, la sterlina d’oro ha una lunghissima storia, tanto da poter essere considerata tra le monete più antiche ancora in corso: la sua prima emissione risale al 1489, quando re Enrico VII ne decretò la nascita. I pezzi avevano il valore nominale di 20 shilling, equivalenti appunto a una sterlina, tuttavia si caratterizzano per il fatto che il loro valore effettivo non era indicato. Il nome sovereign derivava dal fatto che la moneta recava impresso un maestoso ritratto del sovrano: infatti la sterlina d’oro è stata tra le prime monete a rappresentare il re assiso in trono e presentato di faccia. Il rovescio dei pezzi era dedicato alla riproduzione dello stemma reale in cui campeggiava il simbolo della casa dei Tudor, la rosa. All’epoca la percentuale di oro presente nelle sterline era del 96%: il metallo quindi era a 23 carati e ogni pezzo aveva un peso di mezza oncia troy, corrispondente a 240 grani e a 15,6 grammi attuali. Il figlio e successore di Enrico VII, il famoso Enrico VIII, decretò la riduzione del titolo del metallo usato al 92% (22 carati ), che da allora è diventato e rimane ancora oggi il crown gold, cioè lo standard applicato nella coniazione di monete d’oro nel Regno Unito. Questo valore è stato poi assunto anche negli Stati Uniti.
Dal 1604 fu deciso di interrompere la coniazione della sterlina d’oro e di sostituire questa moneta con la Unite e successivamente con altre valute, ad esempio il Laurel e la famosa Ghinea. Soltanto nel 1817 si riprese nuovamente il conio della sovrana, anche se ovviamente il rovescio non poteva più essere lo stemma dei Tudor: la nuova immagine fu disegnata da Benedetto Pistrucci e rappresentava uno dei temi nazionali della Gran Bretagna, San Giorgio che uccide il drago. Questo rovescio viene ancora adottato nelle sterline d’oro che vengono emesse al giorno d’oggi, tuttavia nel corso del tempo furono adottate altre immagini, ad esempio durante il regno dei re Guglielmo IV e Giorgio IV e delle regine Vittoria ed Elisabetta II. L’anno prima della ripresa della produzione delle sovrane (1816) fu emanata la legge del Great Recoinage, che voleva impedire il ripetersi di un comportamento diffuso in passato, quello di ridurre progressivamente il contenuto d’oro della moneta. Con questa norma la percentuale di oro presente fu fissata a 113 grani, cioè a 0,235421 oncia troy e a 7,3224 grammi: si tratta del titolo seguito ancora oggi. L’emissione delle sovrane fu affidata alla Royal Mint insieme a quella delle mezze sovrane (le monete da 10 shilling),delle quintuple sovrane (da 5 sterline) e delle doppie sovrane (da 2 sterline); tuttavia le ultime due valute erano coniate solo in circostanze speciali, mentre le altre venivano emesse e circolavano normalmente.
Nel 1891 fu decretato che le sterline d’oro e le mezze sovrane usurate e quindi sotto peso fossero ritirate dalla circolazione da parte della Banca d’Inghilterra e sostituite con nuovi pezzi; al tempo stesso si dichiararono fuori corso gli esemplari coniati prima del 1837. In questo modo nel 1892 furono emesse 13.680.486 nuove mezze sovrane e nel 1900 altre 10.846.741 sterline d’oro. Con il tempo durante tutto il periodo vittoriano si assistette al consolidamento di questa pratica e perciò bisogna tenere a mente che, nonostante siano stati emessi circa un miliardo di pezzi, ovviamente questo non è il numero delle monete in circolazione: moltissimi esemplari sono stati infatti coniati, ritirati dal mercato, fusi e riconiati più volte. In genere dopo 15 anni una moneta si usurava al punto che il suo peso non consentiva più di coprire il suo valore legale; inoltre la moneta più diffusa nella Gran Bretagna vittoriana come valuta in circolazione era la mezza sovrana, dato che le sterline d’oro venivano spesso depositate nei caveau delle banche. Di tutta la produzione di sterline d’oro solo l’1% dei pezzi è ancora di condizioni tali da avere ancora corso legale e quindi essere collezionabile.
Durante l’Ottocento si preferì impiegare i coni di dritto delle sterline per l’emissione del farthing, nel caso che risultassero troppo usurati. Si continuò a battere le sterline d’oro in grandi quantità fino al 1917: nel corso della Grande Guerra, infatti, il Regno Unito decreto l’uscita dal gold standard in modo ufficiale: di conseguenza la produzione delle sovrane riguardò fino al 1932 solo le sedi della Royal Mint a Ottawa, Melbourne, Pretoria, Bombay, Perth e Sydney; fecero eccezione solo alcune sovrane emesse a Londra nel 1925, quando Winston Churchill tentò inutilmente di tornare al gold standard. Nel 1932 si ebbe a Pretoria l’ultima emissione regolare di sovrane; da quel momento fino al 1957 si decise di sospendere la produzione di sterline d’oro, anche per evitare che monete contraffatte venissero realizzate in Siria ed Italia. Infatti questa valuta era molto apprezzata all’estero e veniva ampiamente usata in Medio Oriente per supportare gli interessi della politica britannica nell’area attraverso finanziamenti e pagamento di servizi vari. Di conseguenza era fondamentale che la sterlina mantenesse un notevole valore. Una volta che la politica britannica fu costretta a ridimensionare i propri obiettivi, anche a seguito della nazionalizzazione del Canale di Suez, fu ripresa la produzione della sterlina d’oro, che continuò a essere fino al 1982 una moneta-lingotto, mentre da quell’anno e fino al 1999 si ebbe l’emissione di semplici pezzi con fondo a specchio; soltanto a partire dal 2000 si tornò agli standard precedenti. Al giorno d’oggi il conio delle sovrane avviene in Galles, nella sede di Pontyclum della Royal Mint, a Mid-Glamorgan: si impiega nel procedimento l’oro depositato in una sezione separata della zecca, sorvegliata dalle forze di polizia che fanno a capo al Ministero della Difesa. Per evitare contraffazioni all’interno della zecca è stato proibito agli impiegati di impiegare monete metalliche di qualunque tipologia.
Il nuovo conio si distingue dalle antiche sovrane per il fatto di avere uno spessore, un peso, un titolo e un diametro diversi: nel primo caso si parla di monete da investimento, il cui valore è legato solo alla percentuale di oro presente nell’esemplare, mentre nel secondo si tratta di pezzi da collezionismo con una notevole rilevanza storica. Infatti le sovrane attuali (emesse negli ultimi due secoli) sono monete molto diffuse e perciò non hanno un grande pregio dal punto di vista numismatico: il loro prezzo è determinato solo dal titolo e dal peso. Le sterline d’oro da investimento pesano 7,9881 grammi, hanno un diametro di 22,05 millimetri e uno spessore di 1,52 millimetri: il loro titolo, invece, è di 22 carati. Si parla quindi di tutti gli esemplari coniati a partire dal 1817. I parametri di riferimento vengono esaminati e controllati con grande attenzione in modo da evitare di trattare monete contraffatte durante le operazioni di compravendita. Al tempo stesso è necessario far valutare da esperti le proprie sterline d’oro, così da determinare se si tratta effettivamente di pezzi originali. La valutazione consente anche di attribuire il pezzo dal nuovo oppure al vecchio conio in base alla sua data di emissione: si tratta di un fattore fondamentale per fissare il valore delle sterline in quanto si hanno parametri differenti. Ad esempio una moneta del vecchio conio, cioè prodotta negli anni precedenti al 1957, ha un valore inferiore rispetto a un esemplare del nuovo conio, che è stato emesso in un periodo successivo. Il valore delle sterline viene fissato in base alla quotazione attuale dell’oro, il cui fixing è determinato due volte al giorno dalla Bullion Market Association. Di conseguenza, una volta che si conosce il titolo del metallo, è necessario moltiplicarne il valore per il peso della moneta.